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Kakunodate: la capitale dei Samurai

by Filippo

Pensi al Giappone e immagini le storie dei Samurai, delle loro battaglie, armature, invincibilità e del loro onore.

Ma dove sono finiti, oggi i Samurai?

L’elite dei guerrieri Samurai, diventata molto, troppo potente prima della restaurazione Meiji, fu sciolta per volere dell’imperatore nel 1867.  Di questi epici guerrieri non rimangono che le loro storie, i nomi scolpiti nella memoria collettiva e alcune delle loro bellissime case risparmiate dalla distruzione imperiale, che nel contempo rase al suolo quasi tutti i castelli del Giappone.

capitale dei samurai

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Lavoro nei campi

Kakunodate, una tranquilla cittadina montana sulla linea shinkansen che taglia il Tokohu da ovest (Akita) a est (Morioka) e meta di turismo quasi esclusivamente locale, è considerata dai giapponesi la Capitale dei Samurai.
O meglio, la città con più dimore storiche di tutto il Paese rimaste ancora in piedi.

Giungiamo con un treno locale da Akita nel primo pomeriggio, ma il tempo non ci sorride: un tifone tropicale sta imperversando in tutto il nord del Giappone con vento forte e piogge torrenziali. E qui il meteo non sbaglia!
Per fortuna l’hotel Folkloro è esattamente accanto alla stazione e riusciamo a non bagnarci più di tanto nella breve corsa di 5 metri.
Il tifone ci concede una pausa per uscire a cena e sgranchirci le gambe, destinazione il ristorante Izakaya. Giusto il tempo per un buon piatto di yaki-soba e una passeggiata per rientrare in hotel che si trasforma in una corsa finale…  ricomincia a diluviare!

Visitare le dimore storiche nel quartiere dei Samurai

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La mattina seguente il cielo è azzurro, come da previsioni meteo, e ci lanciamo di buon ora verso il cuore di Kakunodate: Bukeyashiki, meglio conosciuto come il quartiere dei Samurai, che dista 20 minuti a piedi dalla stazione JR.

Hiyoke (lett. Scudo di Fuoco) è una piazzetta molto vivace che divide il quartiere dei Samurai a nord da quello dei mercanti e dei templi a sud: qui vi è un piccolo punto informazioni e uno dei pochi negozi di souvenir dove è impossibile non fare tappa.

Le case dei Samurai sono disposte sui due lati di Bukeyashiki, in rigoroso ordine di importanza crescente man mano che ci si avvicina a nord al monte Furushiro dove sorgeva l’antico castello di Yoshikatsu Ashina, fondatore della città – oggi del castello non rimane nulla se non una terrazza sulla collina e una panchina che domina la città e la valle del fiume Hinokinai.

Solo 6 residenze sono aperte al pubblico, per alcune l’ingresso è libero nel giardino (e le case si possono vedere solo da fuori), per altre l’accesso è a pagamento con piccoli e curati spazi museali.

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Agli occhi di un turista straniero, complice anche la carenza di informazioni in lingua inglese, queste case per quanto bellissime, sembrano un po’ tutte uguali: una visita al Samurai House Museum (800¥) può chiarire i dubbi e fornire qualche curiosità in più sulla storia della città e sulla vita a corte.

Curiosità!

Sapevate che il primo libro di anatomia umana tradotto in giapponese, il Kaitai Shinsho, è stato scritto qui? Sugita Genpaku si accorse che le tavole anatomiche europee erano più dettagliate di quelle cinesi e radunò un team di medici e letterati per tradurre il trattato “Ontleedkundige Tafelen” scritto in olandese.

L’impresa fu ardua perché, oltre alle scarse conoscenze anatomiche degli esperti (la dissezione dei cadaveri era proibita in Giappone e fino ad allora si era studiato anatomia sui libri cinesi), molti termini non esistevano in kanji. Nacquero così interminabili discussioni, come per la parola “naso” che fu poi tradotta, dopo quasi un mese di diatribe, col termine “hana” (鼻), bulbo sulla testa!

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L’interno di Ishiguro House

Anche se a pagamento, consigliamo la visita alla Ishiguro House, la più a nord e quindi la più importante delle residenze di Kakunodate.
L’ingresso (300¥) comprende una breve visita guidata in inglese della casa (ma non fate troppe domande alla gentile guida, che si limita a leggere gli appunti scritti su un quaderno) e una piacevole chiacchierata con il padrone di casa (che vive con la famiglia nelle stanze adiacenti), ventesimo discendente della dinastia Ishiguro, piacevolmente stupito dalla presenza di due italiani in casa sua.

Degustazioni di cibo tradizionale e sakè nel quartiere dei mercanti

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La distilleria di sakè-museo Ando

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Acqua pura per il sake

Lasciamo il Samurai District, incantati dalle foto durante la fioritura dei ciliegi che a inizio ottobre stanno cominciando a prendere i colori autunnali e scendiamo a sud verso il quartiere dei mercanti (Chounimachi).

La distilleria di sakè-museo Ando merita una tappa (ingresso gratuito): oltre alla degustazione di sakè e al negozio dove si possono assaggiare diverse prelibatezze giapponesi, si può entrare nell’antico magazzino di mattoni (Guest Room) del 1882, trasformato da rifugio per incendi (per persone e sakè) ad una location per eventi e matrimoni.
Sulla via parallela la Nishinomiya House, anch’essa una distilleria-museo, ha accesso libero solo al ristorante e allo shop.

Templi e ciliegi, la Kakunodate più romantica

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Scalinata al tempio Shinmeisya

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Il tempio Shinmeisya

Poco più a sud, passeggiando tra case e cortili colorati da anemoni giapponesi in fiore, raggiungiamo il tempio Shinmeisya (dedicato al poeta-viaggiatore Masumi Sugae, un Tiziano Terzani giapponese), il più importante e suggestivo di Kakunodate, in cima ad una piccola collina.

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Il tunnel dei ciliegi

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Scendiamo la ripida scalinata e prima di riprendere il treno per Hiraizumi, facciamo una deviazione verso il Tunnel dei Ciliegi (桜のトンネル – Sakura no ton’neru) considerato “scenic spot” nazionale.
La romantica passeggiata di 2 km sul lungofiume sotto 2 file di alberi di ciliegio in questo periodo, fotograficamente parlando, non dà il meglio di sé. In primavera qui e lungo Bukeyashiki, orde di turisti giapponesi armati di macchine fotografiche e cellulari, riempiono le strade di Kakunodate per l’Hanami (花見) e il tunnel è uno dei punti panoramici più fotografati di tutto il Giappone.

Oggi invece è tutto per noi: le foglie degli alberi iniziano a diventare gialle e il sole si abbassa dietro le nuvole.
Ci aspetta ancora una lunga passeggiata di circa mezz’ora fino alla stazione, dovremmo farcela a prendere il treno al volo: complici i ritmi lenti e la pace che regna in questa cittadina, per fortuna ci siam ricordati di guardare l’orologio in tempo!

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