L’arrivo ad Assisi e le mie sensazioni a caldo

L’arrivo ad Assisi ha qualcosa di intenso e mistico che ho percepito fin da prima di affrontare l’ultima tappa. Ho scelto di prendermi molti momenti di riflessione e meditazione in isolamento, affinché questo cammino assumesse un significato più vicino a quello del pellegrinaggio.

A metà tappa per Assisi c’è la croce sotto cui posare la pietra di passaggio del pellegrino

Sono arrivata ad Assisi con un ginocchio dolorante e due dita fasciate, ma nulla che si possa davvero chiamare fatica o peso. Ogni salita affrontata nell’ultima tappa comunicava alleggerimento. La tensione verso l’arrivo e la spianata finale erano forti e voluti.

Prima vista sulla Basilica di San Francesco. Emozionante!

Entrata nella Basilica di San Francesco mi sono sciolta: il cammino era compiuto e tutto aveva un senso.

Da qui in poi è stato un susseguirsi di incontri con pellegrini incrociati sulla Via; ritrovarsi e condividere pezzi di vita e di esperienza è sempre bellissimo. Ci siamo spesso detti che nessun incontro avviene mai per caso. Ci credo molto.

Vista sulla città di Assisi, una città con l’anima

Dopo il ritiro del testimonium e la messa con benedizione dei pellegrini in arrivo ad Assisi, mi son sentita come libera.
Ora c’è una città viva da scoprire, un luogo sacro dal quale attingere il più possibile, degli amici con cui festeggiare a cena e le luci della notte a cullarmi a fine cammino.

Le fatiche routinarie di giornate trascorse zaino in spalla, a macinare chilometri in mezzo a una natura rigogliosa già mi mancano: sono una nostalgica si sa!

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