E’ sicuro viaggiare in Turchia dopo il colpo di Stato?

Aggiornamento 2 gennaio 2017

In caso d'emergenza
Numeri d’emergenza in Turchia:

112

(oppure 155 o 174 – Polizia)
Consolato d’Italia Istanbul reperibile ai numeri  00905554585844 e 00905558082098 

Il fallito golpe militare, volto a destituire l’attuale presidente Erdogan (considerato da molti un islamico niente affatto “moderato” – come ama definirsi), ha destabilizzato la scena politica turca e medio orientale.
La Turchia, per natura stessa, il ponte di contatto tra Medio Oriente ed Europa sembra voler “chiudersi” abbracciando l’Islam più radicale, come ha fatto l’Iran negli ultimi anni.

I sostenitori di Erdogan scendono in strada e fermano il golpe

La situazione è molto instabile: le purghe del regime di Erdogan si stanno facendo sentire sulla popolazione “traditrice” e nessuno osa immaginare cosa accadrà nel futuro (sia nell’arco di mesi che tra qualche anno).
Le avvisaglie che la situazione non volga al meglio purtroppo ci sono tutte (vedi le prime minacce per strada alle donne che vestono all’occidentale a Istanbul): non ci resta sperare che la Turchia, pressata dall’esterno (ONU, USA, Europa), cambi strada in fretta e torni ad essere il paese aperto ed ospitale che era fino a poco tempo fa.

Lo stato di emergenza: cosa comporta per il turismo?

A seguito del tentato golpe militare, le autorità turche hanno dichiarato lo stato di emergenza fino a metà gennaio 2017, salvo ulteriori proroghe.
Le autorità turche hanno imposto anche il divieto di assembramenti pubblici e manifestazioni a titolo precauzionale alla luce del rischio di attentati.

L’apparato di sicurezza nel Paese è stato visibilmente rafforzato, specialmente dopo il recente attentato alla discoteca Reina (39 morti di cui molti stranieri, 70 feriti) e allo stadio del Besiktas (38 morti, di cui circa 30 poliziotti) con un incremento dei controlli che, in alcuni casi, potrebbero determinare minore facilità di movimento. Si raccomanda perciò la massima cautela negli spostamenti e di tenersi informati sui media internazionali e locali.

La Farnesina raccomanda inoltre di:
portare sempre con sé documenti di identità ed eventuali titoli di soggiorno in Turchia;
– seguire sempre le indicazioni e raccomandazioni fornite dalle Autorità locali;
– preferire le strade principali ed evitare le zone disabitate;
– fermarsi immediatamente ad eventuali posti di blocco;
– monitorare eventuali disposizioni di coprifuoco imposte dalle Autorità turche ed in tal caso evitare di viaggiare dopo il tramonto;
– consultare sempre il sito viaggiaresicuri.it e registrarsi su dovesiamonelmondo.it

Ci sono pericoli in Turchia per i turisti?

In linea di massima l’ospite è “sacro” e il turismo, una delle principali fonti di ricchezza del Paese, è tutelato il più possibile.
La presenza di polizia ovunque a presidiare luoghi storici, di culto e edifici governativi può esser vista come una militarizzazione del Paese, ma per il turista straniero è sinonimo di maggior sicurezza.

La polizia controlla i luoghi a rischio – Foto France24

Tuttavia la Farnesina sconsiglia di frequentare/visitare edifici governativi e militari (sedi di possibili azioni terroristiche) nonché la rete metropolitana e dei trasporti pubblici, in particolare nei centri urbani, limitare gli spostamenti e non prender parte ad assembramenti/manifestazioni (soprattutto religiose) sia per il rischio di attentati che per le possibili feroci repressioni della polizia.
La sicurezza turca, tuttavia, non esclude possibili ulteriori attentati anche in zone o locali turistici (discoteche, centri commerciali, moschee, mercati…) non solo nelle città di Istanbul e Ankara,  ma anche in Cappadocia.
La Farnesina consiglia di limitare gli spostamenti ed evitare il più possibile assembramenti, manifestazioni e porre molta attenzione quando si visitano luoghi turistici.

Istanbul è una meta sicura?

Ni.
I recenti attentati terroristici a matrice islamica (anche contro turisti stranieri – nel 2016 sono stati 5: 12 gennaio, 19 marzo, 7 e 28 giugno e 11 dicembre e nel 2017 appena iniziato già il 1 gennaio alla discoteca Reina), i frequenti messaggi di allerta per possibili attentati diretti contro le reti di trasporto pubblico (incluse la metropolitana e le linee di trasporto urbane e tram di Istanbul), le prime avvisaglie di radicalizzazione (l’Imam è tornato a cantare dal minareto della basilica di Santa Sofia, i bar e ristoranti che servono alcolici sono chiusi in questi giorni nel quartiere di Galata…) e l’orda di rifugiati (molti sono i senzatetto) che hanno invaso le strade della città, certo non fanno di Istanbul un luogo tranquillo al 100%.

Il fermo immagine del terribile attentato del 12 gennaio 2016 a Sultanahmet – 10 morti di cui 9 turisti tedeschi

La polizia si sforza a presidiare i siti storici e turistici, in particolare l’aeroporto e tutti gli accessi, ma anche questo può non esser sufficiente.
Di contro, coi tempi che corrono, nessun luogo al mondo è sicuro da attentati terroristici anche e soprattutto da parte di sedicenti fanatici islamisti (vedi la strage di Nizza e l’attentato sul treno in Germania)…
La Farnesina consiglia ai turisti diretti in viaggio in Turchia di segnalare le proprie tappe e i recapiti telefonici al sito Dove Siamo Nel Mondo (in caso di emergenza potrete esser contattati) e seguire gli account Twitter dell’ambasciata italiana di Ankara (@ItalyinTurkey).

Quali sono le mete sicure in Turchia per l’estate 2017?

In linea di massima tutte e nessuna.
Con le dovute precauzioni, anche Istanbul può essere una meta sicura, così come la remota Cappadocia o le tranquille e isolate località balneari possono diventare luoghi pericolosi se non si seguono alcuni semplici consigli.

La Farnesina raccomanda di evitare di recarsi nelle province di Gaziantep, Kilis, Sanliurfa, Diyarbakir, Mardin, Sirnak Hakkari e Hatay/Antakya dove si sono verificati numerosi attentati, e soprattutto nelle aree a ridosso del confine siriano dove permane elevato il rischio di sequestri.
Si raccomanda ai connazionali di evitare tutte le province orientali e sud orientali del Paese (zone ad est della linea che unisce le città di Sivas, Malatya e Mardin), ed in particolare nelle aree di montagna, in considerazione della recrudescenza degli scontri tra il PKK e le forze armate e di polizia turche.

Evitare assembramenti, non partecipare ad alcuna manifestazione (anche se con intenti pacifici), limitare gli spostamenti con mezzi pubblici (soprattutto metropolitane), monitorare la situazione politica turca e dei paesi limitrofi (tramite i quotidiani o l’account twitter ufficiale @ItalyinTurkey dell’Ambasciata Italiana), evitare di recarsi nelle zone calde di confine con la Siria e Iraq (in particolare nelle province di Gaziantep, Kilis, Sanliurfa, Diyarbakir, Mardin, Sirnak Hakkari e Hatay/Antakya) e nelle montagne del sud-est (per i numerosi scontri armati con le forze del PKK), segnalare (e aggiornare) il proprio itinerario e i propri contatti d’emergenza sul sito Dove Siamo Nel Mondo sono le buone regole che indica il Ministero degli Esteri.

Memorizzate sul telefono i numeri dell’Ambasciata a Ankara (Ataturk Bulvari n. 118, Kavaklidere Ankara – telefono uffici +90 312 4574200 – cellulare solo per emergenze in giorni di chiusura +90 532 3748177) oppure del Consolato Italiano a Istanbul (Tom Tom Kaptan Sokak, 5 Beyoglu, Istanbul Tel: +90 212 2431024/5 – cellulare per emergenze +90-555-4585844) o del Consolato Italiano di Izmir-Smirne (Cumhuriyet Meydani, 12 Izmir  – Tel +90 232 4636676 / 96 – cellulare di reperibilità +90-532-6773273) e soprattutto il numero d’emergenza 112. (o 155 – Polizia).

Se siete diretti in queste città e regioni e girate sempre con un documento di identità (per esser sicuri è meglio sempre tenerne una fotocopia in valigia e avere una foto del passaporto/carta di identità sul cellulare) onde non aver spiacevoli inconvenienti in caso di controlli della polizia.

Lealisti espongolo un disegno del premier Erdogan Foto AFP PHOTO / ADEM ALTAN

Quali sono le raccomandazioni della Farnesina?

Oltre a quelle già evidenziate in precedenza, il Ministero degli Esteri raccomanda pertanto di esercitare in tutto il Paese,  soprattutto nei luoghi di attrazione turistica, comprese le principali località balneari (Bodrum, Antalya) e le più note mete turistiche all’interno del Paese (es. la Cappadocia), accresciute misure di cautela, limitando gli spostamenti, evitando manifestazioni, celebrazioni e assembramenti, installazioni militari e delle Forze dell’ordine, luoghi ad elevata frequentazione, luoghi di culto ed associazioni e fondazioni a carattere religioso, nonché la rete metropolitana e dei trasporti pubblici, in particolare nei centri urbani, dove non può essere escluso il rischio di ulteriori attentati terroristici.

Ulteriori informazioni li trovate sul sito Viaggiare Sicuri.

Ho prenotato le vacanze in Turchia, devo disdire?

La Farnesina non ha diramato a oggi nessuna allerta, né sconsiglia ufficialmente agli Italiani di recarsi in vacanza in Turchia.
Disdire le prenotazioni per paura di attentati non è conveniente perché non dà diritto ad alcun rimborso (nemmeno assicurativo) per mancata partenza o partenza annullata.

Le mete turistiche balneari della costa ovest sono relativamente sicure e ben lontane dai confini con Siria e Iraq (e dai problemi ad essi connessi).
Come ribadisco, essendo il turismo fonte principale di guadagno di queste località, gli sforzi del governo e della polizia sono concentrati a “proteggere” i turisti stranieri che portano ricchezza.

La fobia di un possibile attentato, tale da portare a disdire una vacanza da sogno al mare in Turchia, non è giustificata: alla luce dei fatti recenti, nessun posto in Europa sembra esser più al sicuro dal rischio di attentati.

Anzi!
Dove c’è massima allerta i rischi sono il più possibile limitati, mentre, di contro, in Paesi solo apparentemente non a rischio terrorismo (o almeno finora mai colpiti da tali attentati – Italia, Germania) l’allerta è moderata-alta (non massima): può sembrarvi strano, ma è più pericoloso prender la metropolitana e fare shopping in centro a Milano o mettersi ore in coda al Colosseo, che fare il bagno in una spiaggia isolata della Turchia, magari raggiungibile solo a bordo di un caicco!

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