L’epidemia di Ebola: quali rischi corriamo?

il virus ebola

Aggiornato al 20/01/2020

L’infografica OMS sull’ebola per i viaggiatori

Si è sentito parlare molto su giornali e TG nei mesi scorsi (anche se l’interesse sta via via scemando) dell’epidemia di Ebola in Africa Occidentale (Liberia, Sierra Leone, Guinea) e che ad oggi ha registrato oltre 23000 nuovi casi (presumibilmente una preoccupante sottostima rispetto al numero reale di persone infette).

Il virus Ebola visto al microscopio elettronico

Ma che cos’è l’Ebola?

L’ebola è un virus, appartenete alla famiglia Filoviridae (perché visto al microscopio elettronico sembra prorpio un filo), a doppia catena di RNA.

E’ responsabile di zoonosi endemica dell’Africa Occidentale subsahariana: il virus cioè si riproduce e si trasmette tra gli animali (pipistrelli, toporagni e roditori in particolare) quindi il contagio può passare all’uomo, purtroppo con modalità ancora sconosciute (probabilmente attraverso la cute anche integra, maneggiando tessuti di animali infetti, mangiandoli o mangiando frutta contaminata).

Uno scorcio del fiume Ebola, nel Congo

Prende il nome dal fiume Ebola, nella Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire), nella cui zona nel 1976 si manifestò la prima epidemia che uccise circa 300 persone su 320 casi registrati (circa il 90% di mortalità).

[box type=”warning”] Potenzialmente il virus ebola potrebbe essere utilizzato come arma biologica: come agente di bioterrorismo, il virus è classificato di categoria A.

La sua efficacia come agente di guerra biologica tuttavia è compromessa proprio dall’elevata mortalità e dal livello di contagio: un’epidemia tipica potrebbe diffondersi attraverso un piccolo villaggio o ospedale, contagiando l’intera comunità senza poter trovare altri ospiti potenziali, morendo quindi prima di raggiungere una comunità più ampia.

Borio L et alHemorrhagic fever viruses as biological weapons:

medical and public health management 2002 JAMA, vol. 287, pp. 2391–405[/box]

I sintomi dell’Ebola

Distinguere nelle fasi iniziali la febbre emorragica da virus ebola dalla malaria (o da una fortissima influenza) è impossibile.

Nel corpo umano dopo il contagio il virus si replica principalmente nel fegato e nel midollo e i sintomi iniziali sono poco specifici: febbre elevata, dolori alle ossa e muscoli, forte cefalea, dolori addominali (soprattutto al fegato), debolezza, nausea, vomito e vertigini.

Le petecchie emorragiche sono macchioline rosso scure sulla pelle di tutto il corpo

Il sospetto di malattia da virus ebola (la diagnosi certa può essere posta solo dopo le indagini virologiche di laboratorio) si pone solo in un secondo momento, quando compaiono le emorragie.

L’ebola è infatti responsabile di complicanze emorragiche che si manifestano solo dopo alcuni giorni (da 2 a 21, in media dopo 8) e che in circa la metà dei casi sono letali.

Le emorragie congiuntivali sono un segno molto frequente e grave

Il virus distrugge le piastrine e altera i meccanismi della coagulazione determinando gravissime ed inarrestabili emorragie interne spesso fatali.

La comparsa di sangue vivo nelle feci, emorragie congiuntivali, vomito caffeano (scuro come il caffè), petecchie (macchioline rosse sulla pelle di tutto il corpo), epistassi (fuoriuscita di sangue dal naso) sono solo l’epifenomeno (cioè il fenomeno esterno visibile – passatemi il termine tecnico!) del disastro che sta avvenendo all’interno dell’organismo.

La morte può quindi sopraggiungere per shock emorragico, per insufficienza epatica o renale oppure per emorragia interna (cerebrale o addominale).

Come si previene la diffusione di ebola?

Come si trasmette l’Ebola? Tutto quel che c’è da sapere per prevenire il contagio – © TheGretaEscape.com

Assumendo che il virus si trasmette solo per contatto diretto della pelle con liquidi biologici provenienti da persone infette (feci, urine, saliva, vomito, sangue) le basilari normi igieniche (indossare guanti, mascherina e lavarsi le mani frequentemente) sono la principale forma di prevenzione.

Non è stata mai dimostrata la trasmissione da uomo a uomo per via aerea (anche se i giornalisti quasi non vedono l’ora che accada per fare lo scoop…).

E allora perché tutti questi casi in Africa?

Sebbene i casi di contagio di personale sanitario siano pochi, ma suscitino molto scalpore, il problema resta nella cultura della popolazione.

L’usanza di mangiare animali fonte di infezione, il mancato rispetto delle norme di isolamento (i famigliari continuano ad assistere i propri malati), il ritardo nella diagnosi e nelle cure (il passaggio dal “santone” del villaggio è ancora una tradizione molto diffusa) e l’usanza di venerare e seppellire le salme rifiutando la cremazione sono le principali cause della progressione dell’epidemia.

Anche l’OMS cita un esempio: una delle principali fonti di contagio in Sierra Leone è stato il funerale di un santone che, contratta ebola girando per  i villaggi ha infettato oltre cento persone, per poi contagiarne più di 360 in occasione del suo funerale.

Le zone ancora “calde” in Africa Occidentale – fonte WHO

La popolazione locale, cita l’OMS ad esempio, crede che mangiare mango o cipolle (ma almeno 3 volte al giorno) o bere molto latte siano rimedi fai-da-te molto efficaci per prevenire e curare ebola!

I toporagni, nonostante siano spesso portatori di ebola, continuano ad esser serviti come cibo di strada in molti Paesi dell’Africa Occidentale

E’ proprio di pochi giorni fa la scoperta del cosiddetto Paziente Zero, cioè quello da cui è scoppiata l’epidemia.

Si tratta di un bambino da 2 anni morto il 6 dicembre 2013 in un paese al confine con Sierra Leone e Liberia. Il bimbo ha contagiato direttamente la mamma (morta dopo 2 settimane), la nonna e la sorella.

Il virus si è poi diffuso in occasione del funerale del piccolo, colpendo due persone provenienti da altri villaggi generando così nuovi focolai infettivi.

Quindi: l’epidemia è scoppiata nel mese di dicembre 2013, ma fino alla morte del Dottor Sheik Umar Khan, da sempre in prima linea nella cura dei malati ed impegnato nelle campagne di informazione nei più remoti villaggi della Sierra Leone, avvenuta il 29 luglio, mai nessun media aveva nominato l’ebola…

[nggallery id=91]

Qual è la mortalità dell’ebola?

I ceppi del virus ebola sono 5 e prendono il nome dalle zone di origine dell’epidemia: virus Zaire, virus Sudan, virus Costa d’Avorio (o Tai, dal nome della foresta), virus Bundibugyo (Uganda) più un quinto virus Reston (non contagioso per l’uomo, ma solo per le scimmie).

Ciascuno di questi ceppi ha un indice di virulenza e mortalità differente, ma il più aggressivo è certamente il virus Zaire (ahinoi responsabile anche di quest’ultima epidemia), con una mortalità media dell’83% (da 59 a 100%).

La situazione ebola al 22/02/2015 – fonte WHO

Il virus Zaire responsabile dell’odierno focolaio in Liberia, Guinea e Sierra Leone ha subìto 395 mutazioni genomiche rispetto a quello del 1976 che, probabilmente, lo hanno “indebolito“.

I giornali all’unanimità – e per far notizia – riportano il dato del 90% di mortalità.

Ma questo 90% fa riferimento solamente alla prima grande epidemia dello Zaire nel 1976: la novità del virus, le scarse norme igieniche, la mancanza di farmaci, l’inadeguatezza delle cure e della prevenzione furono determinanti nel causare quest’altissima percentuale di vittime.

I dati dell’epidemia 2014 indicano ad oggi un tasso di mortalità intorno al 37% (al 14/1/2015 20727 casi – 8235 decessi, pari al 36,9% di mortalità).

Le dimensioni dell’epidemia di ebola e i rischi che corriamo

Senza dubbio, con quasi 24000 nuovi casi, quella del 2015 è la più grande epidemia di ebola fino ad oggi conosciuta.

Parliamo comunque di 24000 casi su 7,2 miliardi di persone (lo 0,0000012% della popolazione mondiale), tale da far rientrare (fortunatamente) questa infezione tra le malattie rare.

Meno fortuna, purtroppo, per i contagiati.

L’ebola, proprio per la sua eccezionalità, è una delle tante “malattie orfane“: la case farmaceutiche non hanno interesse nell’investire denaro nella ricerca e sperimentazione di nuovi farmaci o vaccini e ad oggi per l’ebola, senza la disponibilità di investimenti stanziati a fondo perduto dai governi, non esistono cure ufficiali.

Le terapie intensive di supporto alle funzioni vitali restano la cura più efficace, e risultati incoraggianti si stanno ottenendo con le trasfusioni di sangue intero donato da soggetti guariti da ebola.

Il sangue intero, infatti, contiene, oltre a globuli rossi e piastrine, anche anticorpi umani (IgG – IgM) specifici diretti contro il virus ebola: è il più antico (ed unico) rimedio al momento disponibile per curare questi pazienti.

In via di sperimentazione (ma non ancora in commercio, ma usato in USA sui 3 concittadini malati di ebola), l’unico farmaco antivirale attivo contro ebola -brincidofovir -, pare stia dando buoni risultati.

Già, ufficialmente non esistono terapie, ma proprio in questi giorni si è parlato sui media di un “siero segreto” sperimentato per la prima volta su due cittadini americani colpiti dal virus in Liberia, che pare abbia funzionato.

Si tratta di un estratto di anticorpi proveniente da topi contagiati da un virus ebola modificato geneticamente (ZMAb – “Zaire Murine Antibodies”), già sperimentato su animali nel 2011, e prodotto da un’azienda farmaceutica Californiana (Biotech Mapp Biopharmacuticals) col nome commerciale ZMapp.

Il “siero segreto” ZMapp: quando un’iniezione ti salva la vita…

Il “siero segreto” ZMapp ha ottenuto uno strappo alle rigide regole imposte dalla FDA (Food and Drug Administration) statunitense per poter esser direttamente utilizzato su volontari malati (un medico e una missionaria statunitensi), saltando quindi ben due severe fasi di sperimentazione.

I risultati? Immediati (dopo la prima somministrazione nel medico, oggi ormai pronto alla dimissione, dopo due somministrazioni nella missionaria) con pronta risoluzione dei sintomi e delle complicanze e guarigione dalla malattia, il che fa ben sperare in futuro.

Si è parlato nei giorni scorsi di un freno imposto dagli USA nella diretta persona del presidente Barak Obama all’invio dello ZMapp in Africa a causa dei pochi controlli di sicurezza sul farmaco: Obama, a rafforzare la sua decisione, sostiene che l’epidemia può esser benissimo controllata applicando i protocolli OMS e le norme igieniche.

Dopo il via libera degli USA all’invio dello ZMapp in Spagna per tentare di curare il prete missionario rimpatriato il 7 agosto e deceduto il 12 agosto, gesto che ha suscitato forti polemiche sulla condotta etica statunitense, pare che gli Stati Uniti, dopo l’approvazione del comitato etico dell’OMS, abbiano accettato la richiesta della Liberia per l’invio dello Zmapp per curare i suoi medici infettati dal virus ebola, che pare abbia anche in questo caso determinato una pronta guarigione dalla malattia.

La falsa speranza dell’esistenza di siero ZMapp per tutti è stata presumibilmente la causa, nel mese scorso, dell’assalto all’ospedale di Monrovia (Liberia) che ha determinato la fuga di 29 pazienti affetti da ebola in quarantena. Purtroppo questo non è un buon segnale: la situazione a livello locale sta degenerando ed è difficile mantenere l’ordine pubblico, facendo sì che i rischi di diffusione dell’epidemia aumentino.

Stando alle statistiche, grazie ad una miglior assistenza sanitaria rispetto ai decenni scorsi e ad un massiccio intervento dell’OMS, di ebola si può guarire, anche senza ricorrere a sieri miracolosi.

Esiste un vaccino per l’ebola?

Recente è la notizia dell’avvio della sperimentazione in USA di due nuovi vaccini (uno statunitense e uno canadese).

Smentita invece la voce del vaccino Italiano, che avrebbe garantito un’immunità per circa 10 mesi. I laboratori Okarios sarebbero stati incaricati solamente di fornire 10 dosi all’OMS per ulteriori ricerche.

Si parla per questi vaccini di una sperimentazione su volontari sani, fase III, che dovrebbe durare per almeno 6 mesi: a oggi è lecito dire che non esiste ancora nessun vaccino per l’ebola efficace o sicuro per l’uomo.

E’ sicuro viaggiare in Africa?

[box type=”info”] “There should be no general ban on international travel or trade; restrictions outlined in these recommendations regarding the travel of EVD cases and contacts should be implemented.”

Conferenza OMS – Ebola, 8 agosto 2014 [/box]

I giorni senza nuovi casi in Africa Occidentale

La Farnesina, sul sito Viaggiare Sicuri – Focus Ebola, ha diramato avvisi di allerta sanitaria per i seguenti stati Africani: Sierra Leone, Guinea, Liberia.

In Nigeria, Senegal, (dove si sono registrati casi di ebola) l’OMS ha dichiarato il CESSATO PERICOLO EBOLA.

Leggi qui il mio articolo sulle zone sicure e quelle a rischio in Africa.

L’infografica OMS sull’ebola per i viaggiatori

Anche se, finora i nuovi casi si sono registrati solo nei primi 5 stati, è lecito prevedere, per i frequenti e poco controllati attraversamenti dei confini, una prossima diffusione anche agli altri Paesi.

I turisti in viaggio in Egitto, Marocco, Kenya, Tanzania, Tunisia, Zanzibar, Madagascar, Capo Verde, Sud Africa o Mozambico non corrono alcun rischio di contrarre l’ebola

[box type=”success”]Piuttosto che all’ebola, se dovete partire per l’Africa, è meglio che prestiate più attenzione alla malaria (ne parlo in questo interessante post)![/box]

Le misure di sicurezza internazionali per fermare l’epidemia

[box type=”warning”]“Ci attendiamo che l’epidemia durerà ancora e il piano di risposta all’emergenza dell’Oms proseguirà nei prossimi mesi” – OMS

Fonte: La Repubblica[/box]

Controlli negli aeroporti africani per fermare l’epidemia

L’OMS definisce il virus ebola con classe di rischio 4, cioè massima allerta.

In data 14 agosto l’OMS, in un comunicato stampa, ha tranquillizzato i viaggiatori ribadendo l’assenza di rischio di trasmissione di ebola per via aerea.

[box type=”info”]Il virus ebola si trasmette solo per contatto diretto, non c’è rischio di trasmissione negli aeroporti:

“Because the risk of Ebola transmission on airplanes is so low, WHO does not consider air transport hubs at high risk for further spread of Ebola”

OMS Note for the media, 14 agosto 2014[/box]

In molti aeroporti internazionali, per precauzione, si stanno comunque attuando controlli della temperatura (con termometro laser/auricolare o con bodyscanner termografico) sui passeggeri con voli in partenza e/o in arrivo dal continente africano, anche se l’OMS ha definito questa pratica inefficace e molto costosa (in denaro e tempo).

Alcuni stati limitrofi ai Paesi colpiti dall’epidemia di ebola hanno alzato i livelli di allerta predisponendo severi controlli alle frontiere terrestri (Gabon, Mali –dove si è registrato un caso isolato negli ultimi giorni-, Senegal, Costa d’Avorio, Camerun) o addirittura chiudendole (il Senegal ha chiuso la frontiera verso la Guinea e sospeso i voli riuscendo così ad arginare il pericolo); Guinea Equatoriale, Camerun e Capo Verde han chiuso le frontiere per chi proviene da Paesi con casi di ebola, in senso contrario è stata la decisione della Mauritania di riaprire la frontiera col Mali, dove non vi sono stati finora casi di ebola).

Preparatevi a lunghe code e arrivate in aeroporto con largo anticipo se partite per l’Africa!

I casi di ebola in Europa

Il rimpatrio del 75enne missionario spagnolo colpito dal virus ebola

Il 7 agosto si è registrato il primo caso “importato” in Spagna (un prete colpito dal virus che è stato rimpatriato per le cure e deceduto dopo 5 giorni nonostante lo ZMapp) e del contagio di un’infermiera (guarita) che prestava assistenza e la psicosi dell’ebola in Europa e in Spagna sta dilagando.

Il medico Italiano colpito da ebola e rimpatriato per le cure, è già guarito e tornato a prestare servizio in Sierra Leone.

Non esiste alcun rischio ebola in Italia né in Europa.

Il Ministero della Salute sta applicando, così come il resto del mondo, alla lettera tutti i protocolli internazionali di prevenzione del contagio e di trasmissione dell’epidemia: non c’è da nulla di cui preoccuparsi.

Le strumentalizzazioni invece sono e saranno sempre all’ordine del giorno e, ricordatevi, che sebbene l’epidemia in Africa sia scoppiata a febbraio 2014…  avete mai sentito parlare di ebola prima di settembre?

No! Perché i media han dato risalto alla notizia solo da pochi giorni, nonostante il Ministero stia già applicando le norme preventive internazionali da 7 mesi (24 marzo per l’esattezza)!

Partite tranquilli per i vostri safari in Kenya o per le splendide spiagge africane sull’Oceano Indiano e, come sempre, non prendete come oro colato tutto ciò che leggete su Facebook o sentite al TG.

Una corretta e approfondita informazione è sempre la migliore arma di prevenzione e… serenità!

Vi è rimasto qualche dubbio o pensate di dover approfondire qualche aspetto?
In questo post vi parlo di tutti gli accorgimenti da prendere prima di partire (sereni) per la vostra vacanza in Africa.

 

Redazione a cura del Dott. Poncina Filippo
Specialista in Anestesia e Rianimazione
Ospedale Casale Monferrato (AL)
su fonte OMS Ebola Global Alert and Response

 

Related posts

Trasporto aereo ammalati dall’estero: come organizzarlo?

Funghi e micosi della pelle: riconoscerli e proteggersi in vacanza

Epatite A: quando un vaccino può salvarvi il fegato e la vita

52 comments

LORENZOfraxy 20/01/2015 - 13:19

questa estate dovrei andare in tanzania a fare volontariato.
quali rischi corro come malattie tipo ebola o malaria?

Filippo 20/01/2015 - 15:34

In Tanzania continentale i rischi sanitari riguardano principalmente la malaria, diffusa in tutto il paese, e in minor grado la febbre gialla (stagionale e poco diffusa). Nessun rischio ebola.
Troverà tutte le indicazioni su vaccini e profilassi a questo indirizzo.

mauro 12/01/2015 - 11:22

dovrei iniziare a lavorare in costa d’avorio quali rischi e malattie si possono contrarre. E’ sicuro andare a lavorare in questo posto. A livello di guerre è sicuro come posto?

Filippo 12/01/2015 - 12:34

A livello sanitario la Costa d’Avorio è a rischio malaria, febbre gialla, dengue e soprattutto diarrea del viaggiatore.
Sui farmaci da portare con sè e sulle misure profilattiche da adottare, la rimando alla pagina di In viaggio col Medico dove troverà tutti i link ai miei articoli.
Per quanto riguarda la questione sicurezza, faccia riferimento alle indicazioni del Ministero degli Esteri alla pagina http://www.viaggiaresicuri.it .

francesca 10/12/2014 - 12:00

Io e mia sorella vorremmo partire il 29 dicembre per la tunisia ma abbiamo paura per l ebola …si parte e no..

Filippo 14/12/2014 - 13:12

Partite tranquille: in Tunisia non c’è mai stato nessun caso di ebola!

Silvia 11/11/2014 - 01:16

Salve dottore,
Devo partire il 15 novembre per Tenerife Adeje porto anche i miei figli di 5 e 10 anni sono terrorizzata mi consiglia un disinfettante spray per sicurezza o sono troppo apprensiva?
Grazie

Filippo 17/11/2014 - 17:00

I disinfettanti spray non servono a nulla in viaggio. Considerato che a Tenerife (Spagna) non c’è alcun rischio ebola, direi che può lasciarli a casa.
Diverso invece il discorso per i disinfettanti alcolici in gel: frizionare le mani (se non con evidenti segni di sporco) è una buona norma igienica per prevenire infezioni trasmissibili per via oro-fecale, responsabili della diarrea del viaggiatore – Legga qui il mio articolo.

dueingiro 03/11/2014 - 12:08

siamo con pareri discordanti. il medico delle malattie tropicali che abbiamo interpellato ha detto che il vaccino contro la febbre gialla non era necessario, ci ha detto che comunque nessun vaccino era obbligatorio.
abbiamo anche chiamato l’ambasciata etiope a roma che ci ha confermato che nessun vaccino e obbligatorio…non so perchè tu ci dici il contrario, ma questo è quanto.

Filippo 03/11/2014 - 19:44

Per la stesura del post sulla febbre gialla, ho fatto riferimento alle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in lingua inglese.
Le riporto la versione Italiana, in particolare a pagina 222 http://apps.who.int/iris/bitstream/10665/75329/1/9789241580472_ita.pdf?ua=1 l’OMS raccomanda il vaccino per viaggiatori diretti in aree sotto i 2000m slm.
In effetti, le do ragione, il certificato è obbligatorio solo se provenienti da altra Nazione a rischio.
Provvederò a correggere l’errore, probabilmente le indicazioni per cittadini Statunitensi (più snelle) differiscono da quelle per gli europei.

dueingiro 31/10/2014 - 10:55

Complimenti per il sito e per le informazioni. Noi a giorni andremo in Etiopia, non ci pare ci siano problemi per l’ebola, forse ci dovremmo preparare di più per la malaria, non faremo la profilassi ma attueremo la prevenzione meccanica. a presto e buoni viaggi
dueingiro.blogspot.it

Filippo 31/10/2014 - 12:54

L’OMS raccomanda la profilassi antilamarica per l’Etiopia solo in caso di viaggi al di sotto dei 2000m slm. Se il vostro itinerario prevede solo un viaggio nell’altipiano (Addis Abeba), la prevenzione contro le punture di insetti è sufficiente.
Non sottovalutate la profilassi antimalarica in caso di viaggi ad altitudini inferiori: in Etiopia il Plasmodium è resistente a molti antimalarici e, in caso di contagio, le complicanze potrebbero essere severe perché non curabili!
Consiglio una rapida lettura al mio post sulla malaria ( https://www.thegretaescape.com/blog/prevenire-e-curare-la-malaria/ ), e RICORDATE DI FARE IL VACCINO CONTRO LA FEBBRE GIALLA ( https://www.thegretaescape.com/blog/febbre-gialla-quando-fare-il-vaccino/ )! In Etiopia è obbligatorio avere il certificato di vaccinazione internazionele al momento dell’ingresso in Paese.

aldo ballesio 30/10/2014 - 22:12

mia figlia dovrebbe andare a febbraio a citta del capo in sud africa x uno studio per l’universita e vivere presso una famiglia x seguire un progetto di studio , sono molto preoccupato per l’ebola devo lasciarla andare o no.

Filippo 31/10/2014 - 12:57

Non c’è nessun allerta Ebola in Sud Africa (che è distante tanto quanto l’Italia dal focolaio epidemico). Dal punto di vista sanitario, con una buona assicurazione medica (vivamente raccomandata per non aver costose sorprese), può partire tranquillamente: non le faccia perdere questa opportunità!

ROSA 28/10/2014 - 15:27

buonasera dottore ,vorrei saper se andare in Camerum è rischio ebola..grazie

Filippo 29/10/2014 - 16:58

No, ad oggi in Cameroon non c’è stato nessun caso ebola, nè rischi particolari.
Il rischio è pertanto pari a quello di un viaggio in Europa.

diego 19/10/2014 - 16:04

Buonasera dottore io e la mia ragazza partiamo il 26 x il kenya, abbiamo preferito non fare la profilassi antimalarica pur essendo interessati al safari presso lo tsavo est, ma ci siamo muniti di una gran scorta di spray anti-zanzare comuni, tigre e tropicali. Il pensiero più grande però è rivolto all’epidemia ebola non so cosa aspettarmi ho letto tutte le info e mi sono attrezzato per qnto riguarda la prevenzione e pulizia personale. Grazie.

Filippo 19/10/2014 - 18:31

Buonasera, fossi in lei, mi preoccuperei molto di più della malaria è un pericolo reale (seppur il rischio sia minore) nello Tsavo Est, mentre ebola in Kenya non c’è (e non c’è mai stata nessuna epidemia, seppure i pipistrelli della frutta, potenziali serbatoi naturali del virus, si spingano fino a queste regioni).
Inoltre, tenga presente che il contagio da malattia da virus ebola va un po’ cercato, mentre la LEGGA QUI IL MIO ARTICOLO SUI RISCHI DELLA MALARIA E SU COME EFFETTUARE CORRETTAMENTE LA PROFILASSI.
Nella sezione In Viaggio col Medico trova tutti i miei articoli su Ebola e sulla prevenzione della diarrea del viaggiatore (quest’ultimo è il vero pericolo di un viaggio in Kenya!).

Claudia 16/10/2014 - 23:03

Buonasera dottore, io e il mio ragazzo vorremmo partire per Zanzibar l 11 novemre ma siamo un po preoccupati per quest ebola…abbiamo sentito della malaria ma non intendiamo fare il safari, infatti ci hanno sconsigliato di fare il vaccino…la nostra preoccupazione è l ebola. LA RINGRAZIO MOLTO CLAUDIA

Filippo 17/10/2014 - 19:03

Nessun rischio ebola in Tanzania, tantomeno a Zanzibar che è un’isola in mezzo all’Oceano Indiano. Le probabilità che il virus ebola “sbarchi” sull’isola sono inferiori al 5% nei prossimi 12 mesi (come per l’Italia). Si tratterebbe comunque di casi isolati, giunti via aerea, per cui le autorità aeroportuali sono allertate e preparate al contenimento.
Parta pure tranquilla! Buon viaggio

Claudia 17/10/2014 - 19:14

Grazie mille dottore,è stato gentilissimo! 🙂

Daniela Malagnini 15/10/2014 - 23:51

Io provengo dall’Italia, quindi devo fare solo la profilassi contro la malaria, se ho capito giusto. Grazie

Filippo 16/10/2014 - 09:59

Esatto. La profilassi antimalarica è fondamentale, in quanto in Botswana vi sono ceppi di Plasmodium resistenti a molti antimalarici: è sempre meglio prevenire che curare.
Giungendo dall’Italia allora non è necessaria la profilassi contro la febbre gialla.

Daniela Malagnini 15/10/2014 - 20:29

Il 29 di ottobre vado in Botwana. La situazione ė tranquilla?

Filippo 15/10/2014 - 22:41

Dal punto di vista ebola, ad oggi 15/10 non c’è alcun rischio.
Nelle regioni settentrionali vi è la malaria – Zona D – per cui si raccomanda adeguata profilassi (legga qui: https://www.thegretaescape.com/blog/prevenire-e-curare-la-malaria/ ).
Inoltre il Botswana richiede un certificato di vaccinazione internazionale contro la febbre gialla a tutti i viaggiatori provenienti (o che hanno transitato per più di 12 ore) da un paese a rischio.

Andrea 14/10/2014 - 19:11

grazie dell’informazione…quindi parto tranquillo?

Filippo 15/10/2014 - 00:26

Direi di si! Buon viaggio! 🙂

Andrea 14/10/2014 - 11:25

Ciao dovrei partire il 19 per il kenya…ma ho paura…ho sentito che ieri all’aereoporto di nairobi è morta una donna di ebola…volevo sapere se devo stare tranquillo o devo purtroppo rinunciare…aspetto risposta grazie…

Filippo 14/10/2014 - 16:41

Non so dove ha sentito la notizia di un caso ebola in Kenia, ma, informandosi bene su testate internazionali, la notizia che ho accertato ( http://www.ibtimes.co.in/ebola-scare-grips-nairobi-international-airport-after-woman-bleeds-death-terminal-611268 ) personalmente è differente: una donna di 33 anni proveniente dal Sudan in preda ad una forte emorragia è stata “lasciata morire” dal personale aeroportuario, senza che nessuno le prestasse soccorso per timore che si trattasse di un caso di ebola. Le ricerche virologiche eseguite dal Centro di Controllo delle Malattie e dal Kenya Medical Research Institute sul sangue della vittima, hanno però ESCLUSO CHE SI TRATTI DI EBOLA. Molto probabilmente si è trattato di una grave emorragia ostetrica.

Maria grazia Garofalo 12/10/2014 - 16:12

Grazie per queste informazioni….io dovrei partire per il Senegal il 29 ottobre …sono molto preoccupata e forse sarebbe meglio rinunciare ? Grazie per la risposta

Filippo 13/10/2014 - 19:25

In Senegal a oggi, 13 ottobre 2014, non vi sono casi di ebola attivi. Le frontiere terrestri, marittime e aeree Guinea, Liberia e Sierra Leone sono chiuse. E’ buona norma applicare alla lettera le norme igieniche descritte dall’OMS (e riassunte nel mio post https://www.thegretaescape.com/blog/rischio-ebola-informazione-migliore-difesa/ ) per ridurre pressoché a zero il rischio di contagio
Tuttavia la Farnesina SCONSIGLIA di recarsi in Senegal, specialmente nelle regioni interne meridionali per questioni di sicurezza.
Tratto dal sito Viaggiare Sicuri cito:
“In considerazione della critica situazione di sicurezza nell’area del Sahel, le zone di frontiera con il Mali e anche in parte con la Mauritania sono da considerarsi non sicure e pertanto si sconsiglia vivamente di recarvisi. A coloro che invece dovessero viaggiare in queste aree si suggerisce un comportamento improntato a forte cautela: gli spostamenti non devono avere luogo in orari notturni ed é preferibile muoversi con più veicoli. In ogni caso si sconsiglia nella maniera più assoluta ai connazionali di recarsi dal Senegal in Mali e, prima di qualsiasi spostamento in altri Paesi dell’area, si suggerisce di consultare la relativa pagina http://www.viaggiaresicuri.it/index.php?id=322&tx_ttnews%5Btt_news%5D=14420 .
In considerazione dell’attivismo dei gruppi di matrice terroristica nella fascia saheliana e dell’accresciuto rischio di azioni ostili a danno di cittadini ed interessi occidentali, si raccomanda di mantenere comunque elevata la soglia di attenzione in tutto il Paese”.
Nessuna allerta sanitaria per le regioni turistiche costiere intorno a Dakar, anche se i lMinistero raccomanda “atteggiamento ispirato a sobrietà e prudenza, e di evitare luoghi isolati soprattutto la mattina presto ed in orari notturni” a causa della possibile criminalità ed episodi di rapina soprattutto verso turisti occidentali.

Michele 10/10/2014 - 19:39

salve,io il 25 ottobre dovrei partire per una crociera che prevede spagna,tenerife e marocco,corro rischi??

Filippo 10/10/2014 - 22:45

In linea di massima nessun rischio ebola in queste località (l’unico caso in Spagna è già stato isolato). Consiglio di controllare sempre il sito della Farnesina, anche in virtù della nuova epidemia di ebola (una seconda) insorta in Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire) e resa nota solo oggi dall’OMS.

Huberth 09/10/2014 - 15:19

Ciao a tutti Io parto per il Cairo il 5 nov ce rischio di Ebola ?

Filippo 09/10/2014 - 21:55

A oggi 9 ottobre, nessun rischio ebola in Egitto (Mar Rosso o regioni sahariane). Consiglio di seguire eventuali aggiornamenti a questo post o sul sito della Farnesina Viaggiare Sicuri.

O-Ren Ishii 08/10/2014 - 13:51

Grazie per la chiarezza, solo io sono leggermente sotto panico. Devo andare in Inghilterra e, come si diceva sopra, purtroppo ho ascoltato Tg notte e giorno. C’è sicurezza in questa destinazione?

Filippo 09/10/2014 - 22:02

Devo dire che non ho ascoltato il TG Notte, ma come avevo già parlato, è indubbio che i giornalisti cavalchino l’ansia collettiva per far notizia.
In Inghilterra non è stato registrato (a oggi 8/10/2014) nessun caso di ebola, tantomeno negli aeroporti, considerati dall’OMS sicuri (anche quelli africani!).
Negli scali internazionali, in Inghilterra come in Italia e nel resto del mondo, si applicano i protocolli dell’Organizzazione mondiale della sanità: misure quasi più di buon senso che non da “guerra battteriologica”, come vogliono farci credere, ampiamente sufficienti ad arginare l’epidemia di un virus che fa paura, ma di per sè è molto debole.
Ne ho parlato in questo articolo: https://www.thegretaescape.com/blog/rischio-ebola-informazione-migliore-difesa/
Sappia solo che ebola non si trasmette per via aerea, nè è contagioso in fase di incubazione: per contrarre ebola l’unico modo è ” andarsela a cercare” maneggiando fluidi corporei (feci, urine, sangue, vomito…) di pazienti infetti e con sintomi emorragici manifesti…
Quindi, a meno che l’intento del suo viaggio in Inghilterra sia quello di prestare assistenza ad immigrati con febbre elevata e sintomi emorragici provenienti dai paesi colpiti dal focolaio epidemico (nigeria, senegal, sierra leone, guinea, liberia), direi di partire serena!
Buon viaggio!

gianfranco pedrini 07/10/2014 - 19:22

devo partire il 15 novembre per sud africa e cascate vittoria cosa mi consigliate nel limite del possibile

Filippo 09/10/2014 - 22:07

In Sud Africa non è stato segnalato nessun caso di ebola.
Piuttosto non sottovaluti la Malaria, per cui è necessaria la profilassi: https://www.thegretaescape.com/blog/prevenire-e-curare-la-malaria/ .
Controlli che la sua assicurazione viaggio copra eventuali spese mediche e rimpatrio: le strutture in Sud Africa sono di alto livello e, come negli Stati Uniti, private.

stefania 25/09/2014 - 14:00

finalmente un pò di chiarezza e soprattutto informazione seria.
complimenti per il Sito ! Amo l’Africa continente dannatamente bello e sfortunato; non bastavano la miseria, le guerre e i genocidi, anche (di nuovo ) l’ebola… ci augiriamo tutti che l’epidemia venga arginata e si trovi presto un vaccino efficace ( interessi delle case farmaceutiche permettendo) …

Francesco 12/09/2014 - 14:15

Ciao a tutti! Io dovrei partire il 26 settembre per Marrakesh…a dirla tutta non sono cosi’ tranquillo! Voi cosa ne pensate?

Filippo 12/09/2014 - 17:25

Ciao, innanzitutto mi scuso per il ritardo nella risposta, in quanto eravamo in ferie.
Il mio consiglio? Parti tranquillo.
Le strutture sanitarie in Marocco (in particolare Marrakech pullula di cliniche internazionali) sono di alto livello e, ad oggi, non è stato segnalato nessun caso di Ebola nel Paese.
Buon viaggio!

Mirko 26/08/2014 - 15:34

ciao Luigi io parto per il Madagascar il primo di dicembre ce rischio di ebola???

Filippo 27/08/2014 - 00:03

Ciao Mirko, ad oggi non esiste nessun caso di ebola in Madagascar. Da qui a dicembre non posso far previsioni, segui il blog per ulteriori aggiornamenti nei prossimi mesi!

Luigi 16/08/2014 - 16:17

Ottimo post dettagliato e esauriente…
Anche io sono in partenza..
Ma per il Kenya, faró esclusivamente safari, e ho una discreta paura per la situazione, noi stiamo facendo la profilassi antimalarica e sicuramente prenderemo le giuste precauzioni del caso…
Anche se onestamente sono indeciso se rimandarlo questo viaggio…

Filippo 20/08/2014 - 11:19

Buongiorno Luigi, grazie per i complimenti! Mi scuso se rispondo solo ora ma ero all’estero.
In Kenya non è stato segnalato nessuna caso di ebola, e nella savana il rischio è zero non essendoci villaggi nè persone.
Una raccomandazione puó essere quella di prediligere i cibi cotti durante il safari (nei villaggi internazionali le verdure vengono disinfettate con amuchina, ma nei lodge della savana…) così da star tranquilli soprattutto sul fronte gastrointestinale.
Seguite alla lettera le linee guida per la profilassi antimalarica, che è un pericolo reale in Kenya, munitevi di repellenti spray per insetti (ne avrete bisogno!) e partite sereni per un’esperienza indimenticabile!

Daniele 15/08/2014 - 23:47

Salve, i primi di ottobre ho prenotato una vacanza a zanzibar e vorrei fare il safari di due giorni in tanzania,ora sono terrorizzato…mi consigliate di annullare il viaggio o credete che non ci sia nessun problema di contaminazione con questa bruttissima ebola?? Grazie molto e soprattutto complimenti per l’articolo dettagliato.

Filippo 16/08/2014 - 10:19

In Tanzania (insulare e continentale), come ho detto (e conferma il sito della Farnesina) non c’è nessun rischio ebola ed è sicuro viaggiare.
Se si considera il volo diretto dall’Italia, il fatto che l’ebola si trasmette solo per contatto con persone infette e nel safari, tutt’al più, vedrai leoni, ghepardi, giraffe ed elefanti (e nessuna persona)… non devi avere alcun timore di contagio!
Più che l’ebola, preoccupati della MALARIA, che in Tanzania continentale è endemica, e fai la profilassi come raccomandato (leggi qui il mio post con le linee guida internazionali e i farmaci adatti per la profilassi)
Parti sereno: il safari è un’esperienza bellissima tutta da godere!

Ilaria 12/08/2014 - 22:53

Lettura molto interessante! Il miglior articolo finora letto in materia, preciso ed obiettivo.

Filippo 12/08/2014 - 23:31

Grazie Ilaria! Fa molto piacere ricevere un commento o una condivisione del mio post, lo prendo come il miglior complimento per il lavoro di redazione.
L’allarmismo dilaga grazie alla disinformazione operata dagli utenti dei social networks, ma il rischio ebola, in Africa e nel resto del mondo, è finora grazie al cielo molto ben contenuto.
Un’analisi approfondita del problema era d’obbligo: cerco di aggiornare tutti i giorni questo post con nuove notizie ufficiali (dal sito dell’OMS o del Ministero, e non ufficiose) per essere il più possibile obiettivo.
Restate sintonizzati e condividete! 🙂

Nadia 15/10/2014 - 00:21

Salve!
Dovrei partire tra pochi giorni (fine ottobre) per la Scozia: scalo Amsterdam. Sono terrorizzata da Ebola. I miei familiari sconsigliano il viaggio: in realtà dovrei accompagnare mio figlio a disputare una gara di karate! Potrei rinviare senza problemi….a parte la delusione del piccolo. Speriamo che arrivi presto una cura. Lo dobbiamo a tutte le vittime di questo virus: africane, americane, europee.

Filippo 15/10/2014 - 00:47

Nessun caso di ebola è mai stato registrato ad oggi in Scozia né in Olanda, quindi non vedo in cosa può risiedere la preoccupazione di familiari o amici.
Il Regno Unito ha adottato, prima del resto dell’Europa, misure di prevenzione negli aeroporti, introducendo un questionario sanitario e la misurazione della temperatura corporea a tutti i passeggeri provenienti dai Paesi africani colpiti dall’epidemia – anche se si parla nei prossimi giorni di estendere tali procedure a tutti i passeggeri in arrivo. Preparatevi tutt’al più a qualche coda all’arrivo e nulla più.
Tenga lresente inoltrs che ebola sta rallentando: venerdì prossimo l’OMS dichiarerà la cessazione dello stato di allerta in Senegal e Nigeria, paesi limitrofi colpiti da limitati casi, in cui le misure di prevenzione han funzionato completamente.
Non rinunci per paura di ebola alla gara internazionale di karate di suo figlio: in bocca al lupo a questa promessa dello sport!

Add Comment