Mare cristallino e i piaceri di una vacanza a Koh Samui.

Hat Yin

Arrivando da Railay

14*giorno, 20giugno2013.
Arriviamo a Koh Samui e ci fermiamo qui per il resto del viaggio, fino al 24 sera.
Ci piace da subito, appena scesi dal traghetto capiamo che siamo stanchi di muoverci e che quest’isola verde, selvaggia ma affollata di turisti sarà perfetta per il relax pre-rientro.
Però piove. Un taxi, per 500baht, ci porta al nostro hotel, come sempre prenotato su Booking il giorno prima.

Spiaggia di Chaweng

Il Lotus hotel si trova sulla bellissima spiaggia di Chaweng, probabilmente la più bella dell’isola, con sabbia finissima e bianca, il mare immobile e soggetto a maree che formano esotici isolotti nell’acqua trasparente.

L’hotel non è altrettanto entusiasmante. Una palazzina di due piani con stanze molto grandi (30mq) ma male arredate, con materasso sfondato, prive di abat jours e con una fastidiosissima luce esterna, sul ballatoio, che ti accieca tutta notte.
Il tasto più dolente è però il bagno, con la doccia direttamente sul wc senza nè box nè tenda. Decidiamo all’unanimità che avremmo cercato un altro ‘rifugio’ per le nostre prossime notti.

Intanto è sera. Basta attraversare la strada, in questa zona di nord-est, poco trafficata, percorrere un vialetto tra piccoli bungalows e siamo in spiaggia con una romantica atmosfera.
Tanti piccoli ristoranti disseminati sulla sabbia, illuminati da luci colorate e candele. I tavoli sono ben apparecchiati e tutti offrono in bella mostra un bancone di pesce fresco nel ghiaccio (loro lo chiamano seafood market) a libera scelta del commensale.

Aragosta sulla spiaggia di Chaweng

Dopo una breve passeggiata ci fermiamo al Dara Samui Beach Resort & Spa e ordiniamo un basket con aragosta, calamari, gamberi tigre, granchio e un pesce intero che risulta poi esser gustoso e senza lische. Il prezzo è sopra la media a cui ci siamo abituati ma nettamente inferiore ad una cena simile in Italia.
La serata si conclude tranquilla in riva al mare, guardando i fuochi artificiali sparati poco più in giù, nel vivo della città.

Il bar-ristorante del Chaba resort

Ed è proprio lì che la mattina dopo andiamo a cercare il nostro nuovo hotel, sempre in taxi.
Il Chaba resort è tutta un’altra cosa. A misura di turista occidentale (prendiamo l’ultima stanza disponibile, è al completo, di russi), offre una stanza abbastanza grande, pulita, con balcone attrezzato, minibar e teli mare. Il bagno è agevole anche se sempre un po’ deludente rispetto alla stanza.
Inoltre, a disposizione, piscina, bar e ristorante sulla spiaggia, lettini e ombrelloni. Perfetto: ci fermiamo qui tre notti!

Punto panoramico

Un tuffo e poi noleggiamo subito un motorino. L’hotel lo fornisce a 300baht ma noi lo scegliamo subito fuori, a 200baht.
Raggiungiamo in fretta un tempio in costruzione, affacciato su un promontorio sul mare.
Una breve arrampicata e arriviamo alle famose rocce a forma di, hemm, organi gentiali maschile e femminile. Le foto di rito. Onestamente, più delle discutibili rocce, vengo colpita dalle due incantevoli calette sottostanti. Vere e proprie cartoline che non ti stanchi mai di ammirare.

Caletta

Tornando al motorino, una nuova sorpresa: si pianta il bloccasterzo e perdiamo un’ora buona tra tentativi vani di passanti e ricerca di un meccanico che, dopo qualche traffico, riesce a sbloccarlo. Grazie al cielo.
Con tutta la pioggia dei giorni precedenti, è proprio un momento di sole torrido. Ci salvano spesso i numerosi ‘7eleven’ e mini market disseminati su ogni strada, con bevande di ogni tipo. Penso di aver garantito lo stipendio degli operai Lipton per almeno due mesi!

Namuang waterfall 2

Ripartiamo verso la Namuang waterfall 2, una cascata con una portata modesta ma che forma una pozza tra le rocce ottima per rinfrescarsi nella natura.
Con 100baht un pickup ti conduce a pochi passi (di scalata) dal corso d’acqua.
Siamo in compagnia di un gruppo di una decina di adolescenti da Bangkok, simpatici e cordiali.

Uccellini nel nido sul nostro terrazzo

Rientriamo in tempo per un aperitivo self made. Patatine e birra sul terrazzino, affacciati sul laghetto con grosse carpe koi, in compagnia di mamma passerotto che dà da mangiare ai due piccoli nel nido, proprio su un rametto che si poggia sul nostro parapetto.

La sera ceniamo a pochi passi dall’hotel.
La zona è sempre quella di Chaweng ma più animata rispetto alla sera precedente.
Al Bubba’s American bar & grill scegliamo una t-bone da dividerci, al sangue.
Arriva con la cottura giusta ma è decisamente piccolina. Buona, anche i contorni.
Passeggiata tra i piccoli negozi, aperti fino a sera inoltrata.
Tra le solite cose come parei, infradito e cartoline (qui son ancora in voga!) si trovano molte copie di borse firmate a prezzi non accessibilissimi (200euro prezzo pre-contrattazione), costumi da bagno e bermuda.
Acquisto un paio di campanelle in ceramica e calamite in pietra, tutti pezzi unici dipinti a mano. I prezzi son un po’ più alti delle solite cose in serie.

Il Big Buddha sulla spiaggia

La mattina seguente abbiamo ancora a disposizione la moto e andiamo a fare qualche foto alla Big Buddha beach.
I luoghi di preghiera sono all’aperto, sovrastati da una grande statua ancora in fase di ultimazione.
Un negozio della zona, molto ben curato, vende dei barattoli ad urna in foglie di bamboo intrecciate. Bellissimi, con decori originali, teoricamente sono dei porta riso. Non me ne faccio sfuggire uno, beige, con scritte Thailandesi.

Spiaggia di Chaweng

Consegniamo la moto e ci dedichiamo al mare. Il sole abbronza anche coperto da alcune nuvole. Restiamo in spiaggia fino al tramonto, come piace a noi.
Poi Filippo mi accontenta portandomi a cena al giapponese. L’unico dell’isola, un po’ costoso e a più di un km (a piedi) dal nostro hotel. L’Otaru. Tutto buono ma noi che siamo abituati all’all you can eat…

Il dopocena lo passiamo sulla spiaggia.
È la serata del Full moon party e tanta gente affolla i locali sulla sabbia organizzati per l’occasione. Comodi cuscinoni e stuoie imbottite, tavolini bassi e piccoli secchielli venduti a 200/350baht contenenti una bottiglietta di vodka, una Redbull e una Cola, o altri liquori con succhi di frutta.
La musica è alta, si esibiscono giocolieri col fuoco alzando fumo e forte odore di benzina.
È emozionante, anche se il grosso della festa si svolge ogni mese nell’isola accanto: Koh Phangan. Traghetti ed imbarcazioni speciali per l’occasione fanno la spola dal primo pomeriggio ed i rientri sono previsti la mattina seguente.
Per noi è davvero troppo, a mezzanotte crolliamo già in stanza!

Spiaggia con bassa marea

La domenica intera giornata in spiaggia. Il tempo non è splendido ma si sta bene, anzi, fin troppo caldo.
Pranziamo al bar del nostro hotel, a due passi dal bagnasciuga. Comodo, serve piatti freddi come club sandwich o insalate miste a prezzi accettabili.
Come fossimo a Varazze, dopo pranzo breve riposino rinfrescante in camera e al pomeriggio di nuovo sole e mare.
La tranquillità del profumo di sale, con una rivista in mano, ci voleva proprio dopo le ‘fatiche’ delle mete precedenti.

Per cena, sempre a pochi passi dal resort, sulla via principale, scegliamo il Coconut Willy’s, un ristopub stile australiano che vanta nel suo menù addirittura spaghetti alla bolognese, che Filippo apprezza.
Io vado di pizza, concludendo questa vacanza con una cena nostalgica di casa… Effettivamente il motivo principale per cui sta salendo la voglia di rientrare è sicuramente la grande voglia di cibo nostrano. Prosciutto e melone, un carpaccio di carne, uno spritz con salame e formaggi…

Lanterne di carta

È l’ultima sera e ci diamo alle spese pazze.
Persino mio marito si butta nello shopping tra i banchetti di abbigliamento ‘tamarro’ e acquista addirittura un paio di canotte sponsorizzate Redbull (scritto in thailandese) e Chang beer. La scusa è di abbinarle agli shorts da Thaiboxe di Patong e sfoggiarle alle grigliate con amici.
Io spendo gli ultimi baht per una essenza al frangipane (fragranza-droga per mia mamma) e un copricostume con la stampa di un elefante. Domani chiudere la valigia sarà una bella impresa!

La serata è triste, per forza. Siamo agli sgoccioli, l’ultima notte di un viaggio splendido, emozionante, completo, semplice, appagante.
Lanciamo in cielo il nostro desiderio, insieme alla lanterna di carta acquistata in strada. Quasi mi commuovo nel vederla salire, infuocata, allontanarsi e poi spegnersi, tenendo per mano il mio amore.
Poi mi desto. Ma che lacrime, che stiamo già programmando altri 2/3 super viaggi di qui a poco!

Il bellissimo gate all’aeroporto di Koh Samui

La Thailandia ci regala ancora una giornata di sole. Forse la più bella: arietta ristoratrice ma sole rovente e cielo azzurro.
Lasciamo la stanza e ci fiondiamo in spiaggia. Un tuffo, una passeggiata, un daiquiri frozen alla fragola. La giornata volerà con questi ultimi vizi.
Il viaggio di rientro invece sarà lungo. Breve corsa in taxi fino all’aeroporto.
Primo volo: Koh Samui-Bangkok, alle 19:15.
Poi ci sarà il Bangkok-Vienna e il Vienna-Malpensa.
Arriveremo domattina, con un bagaglio di foto e di ricordi.

 

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