Senegal, giorno 4: siamo in trappola e spegni la luce!

Il titolo completo, individuato -a suo tempo- identificativo di questa giornata, era: siamo in trappola; togli un posto a tavola e spegni la luce.
Tre punti chiave che racchiudono, ancora una volta, episodi, scoperte, sfide a paure personali, difficoltà di gestione di un gruppo numeroso, dure scomodità locali che per noi possono sembrare stranezze, ma in Senegal sono davvero normalità e molto altro che va a nutrire ancor di più il pacchetto “esperienza”.

Ho scelto di attualizzare il titolo e tralasciare la vena pungente che, oggi, pare banalità; ma non ho intenzione di nascondere nulla al diario di bordo che riporta anche le difficoltà incontrate durante il campo.

Il terrore di poter pestare qualche caro piccolo souris durante la notte ci ha portati a pretendere delle trappole sotto ai letti. Derisi fino a sera dai senegalesi, consapevoli che non avremmo certo risolto il problema così facilmente, non abbiamo comunque dormito sonni più tranquilli, ma quel giorno il peggio doveva ancora venire…

Cibo sgranocchiato, valigie piene di invasori, e… la sera, a cena, ci sarebbero state difficoltà a sorpresa per qualcuno di noi che si sarebbe trovato sprovvisto di sedia e costretto a cenare a terra.

Prime incomprensioni all’interno di un gruppo misto per cultura, stili di vita, età e bagaglio di esperienze e, contemporaneamente, la nascita dei primi legami pronti a crescere con forza e solidità nei giorni del campo.

Taglierei corto sulle divergenze, anche perchè nel frattempo… ci hanno tagliato la luce!
Il frigo nel sottoscala ha iniziato a perdere all’istante, chè la tenuta non era certo da darsi per scontata, il rischio di caduta dalle scale è schizzato alle stelle e, gioco forza, è iniziata la caccia alle torce, perché anche fare le cose più… ehm… naturali… ehm… senza luce, è un’impresa.

In ogni caso è solo il primo di vari episodi simili, forse quello a più lunga durata, ma… c’est pas grave (locuzione inserita di diritto nel vocabolario culturale senegalese-italiano, a quattro giorni dall’inizio del campo).

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