Un weekend adrenalinico al Ponte del Trift

Metti 5 amici e la voglia di fare un weekend in montagna, in Svizzera.
Poteva essere iniziata così, e invece… metti 5 amici e la voglia di fare l’attraversamento di un ponte tibetano sulle Alpi e sentire i brividi correre lungo la spina dorsale.

La verità è che è iniziata così.

Il Ponte del Trift in tutta la sua lunghezza.

Il ponte tibetano più lungo delle Alpi e sospeso a 100 m di altezza, al cospetto del ghiacciaio e lago del Trift e sopra il fiume omonimo, ha affascinato me e il mio gruppo di amici fin dalle prime foto viste sul web, ha rapito i nostri pensieri e ci ha portati diritti alla decisione di volerlo raggiungere e attraversare in tutti i suoi 170 m di lunghezza.

La raccolta di mirtilli selvatici lungo il rientro dal Trift.

Google Maps alla mano è stato un attimo pianificare la tratta per arrivare all’Oberland bernese, un po’ meno facile trovare un ostello a un prezzo abbordabile anche in alta stagione.
La soluzione è stata soggiornare a Hospental, un paesino di montagna che precede la famosa stazione sciistica di Andermatt, all’ostello Jugendheberge. La camerata riservata al nostro gruppo aveva un non so che di fiabesco: sette materassi posti direttamente sul pavimento in legno, sopra la testa il sottotetto con travi a vista.

La graziosa camerata dell’ostello di Hospental.

L’indomani, rifocillati da una ricca e gustosa colazione svizzera, abbiamo raggiunto Gadmen-Nessental punto di partenza della funivia del Trift, che agevola l’ascesa sulla montagna.

Inutile dire che, nonostante l’impegno del trekking, i paesaggi ci hanno lasciato senza fiato in un intensificarsi di emozioni finché non abbiamo intravisto lui, il ponte del Trift, in lontananza.
L’obiettivo era ormai vicino e l’adrenalina iniziava a farsi sentire e contribuiva ad accelerare il passo.

Ghiacciaio magnifico incontrato tra Andermatt e Gadmen.

Ci siamo gestiti la traversata ognuno a nostro ritmo: chi lenta per assaporare ogni attimo, chi rallentata per scattare foto da mostrare con orgoglio, chi scandita dall’incanto, chi con la voglia di aumentare il rischio sedendosi a terra o sporgendosi un po’.

E’ da pazzi, va goduto appieno, sfidando l’altezza e se stessi.

Traversata quasi completata: è fatta e sono caricata a molla!

Ti lascia caricato a molla per la discesa, nel nostro caso fino a 900 m s.l.m. punto di partenza della funivia.
Ovviamente abbiamo scelto il percorso alla destra del torrente Trift, il sentiero più difficile, con ferrate, guadi, strappi in salita e saltuari strapiombi.

Impavidi si nasce!

Riposo prima del rientro. Emozione di pancia a strapiombo sul lago del Trift.

Cosa è necessario per il trekking al Trift

Un minimo di allenamento a camminare in montagna e scarpe adatte. La funivia del Trift, cabina singola da una manciata di posti, permette di raggiungere senza fatica la base di partenza del trekking a 1350 m s.l.m. Da lì è tutto un salire a piedi per almeno un’ora e mezza, non c’è altra via.
Suggerimenti?
Presentatevi prestissimo alla stazione della funivia del Trift: le attese potrebbero durare ore se aveste anche solo una ventina di persone davanti, essendo le cabine da soli 8 posti. Arrivare tra i primi garantisce oltre una salita in orario mattutino, una più lunga permanenza nella zona del ghiacciaio e una ridiscesa con la funivia stessa.

Triftbahn in viaggio, ma noi rientriamo a piedi. Impavidi.

Quali sono i punti forti del trekking al Trift?

I panorami mozzafiato. Le sorgenti d’acqua dalle quali dissetarsi naturalmente. I greggi e le mucche al pascolo. I vitaminici mirtilli selvatici. Il senso di onnipotenza e conquista. La forza che si trae dal gruppo. L’accresciuta fiducia in se stessi.

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