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BIT2014 e Travel Blogging – State of the Art

by Filippo
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Uno “State of the art”, un termine mutuato dal campo medico e scientifico, è doveroso per fare il punto della situazione del Travel Blogging in Italia, dopo queste giornate della BIT Milano 2014.
Il bilancio non è certo dei più rosei: i Blogger italiani, anche per quest’anno, dovranno attendere tempi migliori.

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C’è la crisi” è la prima giustificazione che si son dati in molti.
Sbagliato.
Penso invece che il problema sia che in Italia il mercato turistico e digitale sia indietro di almeno 10 anni rispetto al resto del mondo e non abbia ancora intravisto quale sia il vero potenziale dei social media e il ruolo svolto al loro interno dai Blogger.
L’assenza di infrastrutture tecnologiche nel nostro paese fa il resto: solo il 15% del territorio è coperto da una connessione a banda larga stabile (ADSL o fibra ottica), e il resto del territorio, ove coperto, deve affidarsi a instabili connessioni via satellite o via rete cellulare.
Un banale esempio che ha stupito tutti? In tutta l’area della Fiera di Milano-Rho non esisteva una connessione wi-fi gratuita nemmeno per la stampa ed in alcuni punti la struttura in cemento armato dei padiglioni oscurava persino il segnale cellulare!

Nella maggioranza degli stand italiani non vi era nemmeno presente un addetto stampa.
Molte delle rimanenti regioni non reputano attualmente una buona strategia lavorare con i Blogger siano essi italiano o stranieri. Altri invece si sono limitati a girarci i contatti di chi (forse) se ne occupa e solo una minima parte ha già lavorato e ha stanziato fondi per press tour e blog tour, anche se non tutti hanno intenzione prossime future di ripetere tale esperienza.

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“Qual è il vostro punteggio Klout?”
Nella giungla dei Blogger (composta al 99,9% da cosiddetti hobby blogger) è difficile spiccare, specialmente se chi deve far selezione non si prende nemmeno la briga di individuare da sé il target, leggere i contenuti, la forma dei post o valutare la struttura e la navigabilità del blog.
E allora ci si affida ai metodi empirici…
Alla domanda di cui sopra, io che faccio il webmaster di questo sito, son rimasto basito.
Ho sempre reputato Klout una bufala, un sistema non scientifico con metodi di calcolo molto discutibili. Tanto che inserendo “Klout” su Google in prima pagina compaiono già i risultati su come “hackerare” (modificare in maniera illegale-n.d.r.) l’indice…

Purtroppo ad oggi contano solo i numeri.
In un Paese in cui la burocrazia regna ancora sovrana e ogni Assessore al Turismo deve giustificare le spese al centesimo è comprensibile, anche se non giustificabile, il loro atteggiamento da profani del web seduti dietro una scrivania.
Eccezion fatta per 2 o 3 regioni, in cui è istituzionalizzata la figura del social media strategist, la selezione dei Blogger viene fatta utilizzando criteri opinabili: la conoscenza personale (in Italia la figura dell’amico di amici è ancora dura a morire), i numeri dei siti, i media kit (vero o fasulli che siano non ha importanza), i Like sulla pagina Facebook (tranquillizzo subito gli utenti che hanno comprato i Mi Piace fasulli: non arrivano a indagare su quali siano i Like reali, i fake e non guardano nemmeno il rapporto tra Like/Persone che ne parlano), il numero di followers (veri o fake) su Twitter…

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E dovè l’ha qualità? (gli errori son voluti!)
Difficile parlare di qualità se nessuno si prende il tempo di leggere i contenuti e di vedere cosa, a chi e come scriviamo.
L’Italia è l’unico paese europeo che ha ancora istituito l’Ordine dei Giornalisti e, aggiungo alla luce dei fatti, meno male!
Se non altro, nonostante le liste nere e tutto il male che se ne dica, i giornalisti sono ancora i moderni depositari delle regole grammaticali.
Personalmente, non ne possiamo più di vedere equiparati e scritti:

qual’è
ce-c’è
ne-nè-n’è
ce ne-ce n’è-ce né-c’è ne-cè né
se-sè-s’è
se nè-s’è ne-sè nè-sè ne
lo-l’ho-lò
la-l’ha-là
l’anno (detto)-l’hanno (scorso)
un’ (articolo indeterminativo maschile)

e congiuntivi, condizionali, imperfetti, virgole, due punti, puntini di sospensione……………………. come se piovesse e la consecutio temporum (questa sconosciuta!) messi a caso.

“E se da grande voglio fare il Travel Blogger?”
Mica tutti quelli che amano scrivere devono per forza fare il Blogger!

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Sapete che esistono ancora quei tanto cari e vecchi diari col lucchetto (anche per i maschietti ho scoperto!) dove potrete scrivere il vostro raccontino della vacanza con l’immutato stile acquisito in terza media inferiore?! Metteteci dentro pure tutti gli errori che vorrete e non dovrete nemmeno più stare a perder tempo a rileggere ciò che avete scritto! E ricordate che quando avrete finito, quel lucchetto lo potrete anche chiudere!

Come puoi tu, Blogger, che ambisci a diventare un giorno un professionista, pubblicare un prodotto non di qualità? Come puoi aver la presunzione di non rileggere nemmeno i tuoi post ed effettuare le dovute correzioni prima di darli in pasto al web?

Penso che ci debba essere una sorta di selezione naturale dei Blogger, e quella selezione la deve fare il lettore, che è poi l’utente finale, il “cliente”, quello che fa crescere la nostra reputazione nel web (quella vera, non l’indice Klout o le cerchie di G+).

E allora, come è vista nel 2014 la figura del Travel Blogger in Italia?
Non vorrei esser volgare, ma passatemi il termine: il Travel Blogger è considerato una via di mezzo tra uno scroccone e un crumiro.
Sindacalmente parlando, la professione è scandalosa: non esistono regole, non c’è alcuna netiquette e ognuno fa quello che gli pare o che più gli conviene.
Presentandosi agli stand, la prima impressione che si legge negli occhi dell’interlocutore è spesso: “Questo è venuto da me perché vuole farsi una vacanza gratis…” e lì la discussione si arena.
Si possono perdere decine di minuti a spiegare il ritorno di immagine per i commissionari, la maggior cassa di risonanza che ha un blog-tour rispetto ad un press-tour, l’importanza del lavoro che viene svolto prima durante e dopo il tour dai Blogger, la centralità dello storytelling nelle moderne strategie di marketing… ma si rimarrà sempre inquadrati come scrocconi.
Trasformare la passione in una vera e propria professione ad oggi è ancora difficile, se non impossibile: di blogging (ancora) non si campa, anzi!
Se  i Blogger professionisti un giorno decidessero di chiedere mai un compenso (il che è lecito per le ore lavorate o le spese per il computer e la connessione internet…), non credete che sia più semplice scartarli e selezionare uno dei tanti crumiri che fa lo stesso lavoro gratuitamente in cambio di una cenetta o di una notte fuori casa?

Peccato! L’ennesima occasione persa per il settore turistico italiano, anche quest’anno in calo del 7% e con lo scivolamento dell’Italia al 26°posto tra le mete turistiche mondiali (notizia del Tg5 del 15/2/2014), proprio quello su cui ogni governo fa affidamento per la ripresa.

Tra meno di 15 mesi ci sarà l’Expo. Arriveremo pronti, almeno per una volta?

E voi, diretti interessati, che impressioni vi ha dato questa BIT?

Vi sembra questa un’analisi obiettiva?

Parliamone.

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