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Trinidad: un variopinto luna park per turisti

by Greta

Trinidad è una cittadina cubana completamente diversa dalle altre.
Anche se in realtà la periferia è identica a quella di ogni altro paese (orde di bicitaxi, strade piene di buche, case fatiscenti con inferriate alle finestre), man mano che ci si avvicina al casco historico le vie si restringono e si iniziano a scorgere le prime differenze.
Bisogna però lasciare l’auto in Plaza Santa Ana, alle spalle dell’affascinante chiesa diroccata, perchè da qui in poi sullo sconnesso selciato si va solo a piedi (o con un lasciapassare di una casa particular).

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Coloratissima Plaza Major

Ogni passo verso il cuore di Trinidad, Plaza Mayor, ci fa capire quanto importante sia divenuto il turismo per questa città. Le basse e curatissime casette di Calle Santa Ana, quasi tutte casas particulares riconoscibili dal simbolo in bella mostra, son tutte pitturate di fresco con colori accesi e sono avvolte da un tripudio di fiori e bouganville.

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Colorate e luminose vie ciottolate

Anche stavolta veniamo adescati da uno dei tanti jineterios che ci accompagna, senza impegno, a vedere la casa di una sua parente: ci addentriamo nel cuore dello splendido centro storico. Le strade sono praticamente deserte: il sole è cocente alle due del pomeriggio!
La sistemazione ci piace, specialmente per la sua posizione centralissima a un passo da Plaza Mayor. Veniamo conquistati dalla bellissima terrazza panoramica affiancata da un
paladar che la sera ci avrebbe regalato una piacevole sorpresa!

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Playa Ancon

Conosciamo Silvia, la padrona di casa, che ci mostra la stanza; recuperiamo auto e valige e ci fiondiamo per un bagno rinfrescante alla vicina e bellissima Playa Ancon.
E’ questo il momento della disavventura più clamorosa dell’intero viaggio: bucare due gomme contemporaneamente a Cuba, si può!.

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Tramonto dalla terrazza della nostra casa particular

La sera, al rientro dalla spiaggia, ci attende una doccia calda – che non è cosa scontata a Cuba – e una romantica cenetta di pesce sulla terrazza.
E’ l’ora perfetta per il tramonto più bello del nostro viaggio a Cuba.
Numerose nuvolette tinte di blu accerchiano il campanile del Museo nazionale, simbolo della città, mentre il sole cade su un orizzonte rosso-arancio. I tetti fanno da cornice e
Guantanamera, strimpellata da un gruppetto di suonatori, allieta l’happy hour sulla terrazza del ristorante a fianco.

La comida di pesce grillado è ottima e Lizy, la cameriera, è simpatica e molto gentile. Scoppiamo tutti in una grossa risata quando, ritirando i piatti, ci chiede perchè tutti gli italiani avanzano il pepino. Scopriamo chiamarsi così il cetriolo che, effettivamente, nemmeno io e Filippo apprezziamo molto!

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Vecchia auto tenuta come un gioiello

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Tra i vicoli la sera

Per la prima volta, sentiamo la chiamata della vita notturna. Come vi ho anticipato, Trinidad è molto diversa dalle cittadine incontrate finora.
Scendiamo in strada e l’effetto non è più quello del caldo pomeriggio. Numerose persone, in gran parte turisti stranieri, affollano le vie acciottolate a ridosso della piazza. Ristoranti e 
paladares sono gremiti, e in ogni angolo si odono le note di musiche caraibiche e i tintinnii di bicchieri e posate avvolti da un delizioso profumo di aragosta e pesce alla griglia.
Le tenue luci dei lampioni si concentrano nel 
casco historico dove negozi di souvenir si alternano a botteghe artigiane e gallerie nei quali gli artisti espongono quadri, scialli e ogni tipo di artigianato (da quello home-made a quello Made in China).

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Artigianato in legno

Ed ecco che finalmente posso sfogare il mio bisogno di shopping in viaggio!
Fino a quel momento non avevo trovato praticamente nulla da aggiungere alla mia bacheca di souvenir. I prezzi sono accettabili ma comunque sproporzionati rispetto al costo medio della vita a Cuba e a quelli trovati nelle altre città finora visitate, L’Avana compresa.

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I bar sulla strada. Mojito?

La serata si sta accendendo: sono le 22 e per le strade la musica aumenta di volume di pari passo al numero di piña colada e mojito servite ai turisti.
La scuola di ballo di Trinidad, che ha sede accanto all’Iglesias de la Santissima Trinidad, gode di notevole fama ed i tavolini di fronte al palco sono già al completo in vista dell’esibizione di mezzanotte.
Poco male. Filippo non è un appassionato del genere e, come al solito, già alle 23 la stanchezza si fa sentire prepotente.
Un po’ mi spiace però: è stata davvero l’unica occasione in cui ci siamo realmente trovati di fronte alle tanto millantate feste cubane, con musica e drink fino a tarda ora!

Trinidad ci ha accolto bene. Facile, bella, pulita, a favore di turista.

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Vecchie auto e case color pastello

E allora perché questo titolo un po’ aggressivo?
Perché se come noi state affrontando un viaggio che attraversa l’intera isola e arrivate da Santiago, noterete una differenza quasi fastidiosa rispetto alle città precedenti.
Questa nuova atmosfera, allegra fino all’eccesso, vi trasmetterà una sensazione di falso, di qualcosa di costruito solamente per accontentare la grande massa di turisti, che a Las Tunas, Bayamo e nella stessa Santiago non trovereste mai.
Raramente nel resto di Cuba troverete casette linde dai colori sgargianti, non vi sono locali chic e i mojito extra large con ombrellino e, eccezion fatta per le feste comandate o nei Cayos, scordatevi di trovare i cubani intenti a ballare fino a tarda notte – quando anche tutti i locali dell’Avana Vieja chiudono alle 22!

O almeno, questa è stata la nostra personale sensazione, che però non ha certo rovinato il soggiorno.

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Il ristorante-museo del romanticismo

Non perdetevi una veloce occhiata al Museo Romantico che, in realtà, è un elegantissimo e (relativamente) costoso ristorante, dove i tavoli sono preparati con mille posate in argento, piatti e bicchieri tutti abbinati e di pregiato valore  storico.

La cucina è del 1700 e nel giardino interno la vostra cena verrà allietata da una band con tanto di ballerine in abiti succinti. L’accesso è libero e i camerieri, per una piccola mancia, saranno lieti di farvi fare un tour fotografico… ma dovrete stare molto attenti a come vi muovete!!

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Band di musica cubana in piazzetta

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Plaza Major

Al mattino dopo troviamo il selciato bagnato da una leggera pioggia, il che lo rende molto pericoloso!
Sono le 10 e già i primi gruppi di turisti affollano Plaza Mayor e la Iglesia de la Santissima Trinidad sul cui sagrato un gruppo di anziani musicisti sta già suonando Comandante Che Guevara per una comitiva canadese armata di videocamere.
Scattiamo alcune foto alle siepi perfette, alle panchine in ferro lavorato dipinte di fresco.
Facciamo colazione in una caffetteria nascosta tra i vicoli laterali, con un sandwich e una deliziosa batida de guayaba, insieme agli abitanti del posto che strabuzzano un po’ gli occhi vedendoci lì.

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La Bodeguita c’è anche qui…

I carretti trainati da muli portano mattoni e calce nei cantieri del centro.
Si sentono le voci dei bambini provenire dalle sovraffollate aule delle scuole con le finestre spalancate che affacciano sui vicoli. Gettiamo lo sguardo dentro: il motivo di tante grida è un gruppetto di turisti nordamericani, entrati nell’aula per scattare delle foto tra i banchi…
Sono le 11 e l”esercito di stranieri armati di reflex e videocamere ha invaso la città.
La magia è svanita e all’orizzonte si avvicinano minacciose nubi nere cariche di pioggia: due buoni motivi per ripartire alla volta di Santa Clara, la città del Che!

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