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Il tour della selvaggia Valle di Vinales

by Greta

L’obbiettivo iniziale era noleggiare un auto e raggiungere la Valle di Vinales in completa autonomia ma a L’Avana, ottenere un’auto per una giornata soltanto pare essere un’utopia.
La nostra casa particular si trova proprio a fianco del noto Hotel Riviera, lungo il Malecon, e scegliamo di prenotare un tour all’interno della sua agenzia.
Partiamo alle 8, puntualissimi (strano!) e con pochi compagni di viaggio. Siamo un gruppetto multietnico che sonnecchia volentieri lungo gran parte del tragitto sia all’andata che al rientro.

La guida è una ragazza giovane che ci fa una breve introduzione sia in un comprensibilissimo inglese che in spagnolo.
Fuori dal finestrino la vegetazione si fa sempre più verde mentre percorriamo la carretera central che corrisponde all’incirca ad una nostra autostrada senza pedaggio nè spartitraffico. Anzi, le inversioni di marcia sono all’ordine del giorno e persino l’autostop è prassi comune all’ombra dei cavalcavia.

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Laghetto nella Valle di Vinales

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Una fattoria nelle campagne cubane

Ci fermiamo per una breve sosta in mezzo alla campagna; c’è una specie di autogrill affollato di turisti che promette ottime pina colada. A noi è stato sconsigliata così ci accontentiamo di una bibita rinfrescante sul dehor a palafitta al centro di un grazioso laghetto. Il paesaggio è bucolico, a tratti surreale. Verde a perdita d’occhio, poche capanne e un contadino che guida i buoi e l’aratro. Anche l’acqua è verde, immobile, e si vedono affiorare pesci gatto – o simili – con baffi lunghi due spanne!

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Lo stabilimento della Guayabita del Pinar a Pinar del Rio

Oggi è domenica e la classica visita – trappola – alla fabbrica di sigari non è fattibile. Si ripiega sullo stabilimento di un altro must cubano: il rhum. Questo però è speciale e viene prodotto esclusivamente a Pinar del Rio, il paese che è la prima tappa del nostro tour.
Questo speciale rhum viene ottenuto dalla fermentazione di piccoli frutti simili a bacche che sono caratteristici della zona. Si chiamano guayabita e il liquore, di conseguenza, Guayabita del Pinar.
Dopo una rapida spiegazione ed un’occhiata alla piccolissima fabbrica, come prassi ci rechiamo nella bottega per l’acquisto che, onestamente, non ci interessava per nulla. Subito ci vengono offerti due bicchierini. Il liquido più chiaro è Guayabita del Pinar secca, quello più scuro, beh, quello più scuro mi lascia senza parole!
La Guayabita del Pinar dolce è una vera e propria squisitezza, sicuramente apprezzabile anche da chi non è particolarmente amante del rhum come noi! Ovviamente, ne acquistiamo 2 bottiglie! Il prezzo è molto modesto, meno di 4 dollari, a Cien Fuegos, verso la fine del viaggio, la ritroveremo ad una cifra ancor più bassa.

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La miglior pina colada cubana: al parco del murales preistorico

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Il variopinto murales preistorico

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Sotto al murales preistorico

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Le auto cubane completano sempre qualsiasi panorama

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Incontri curiosi

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La verdeggiante vallata, nel parco del murales preistorico

Abbandoniamo subito Pinar del Rio per recarci nuovamente in aperta campagna dove finalmente potremo gustare la pina colada che si dice esser la più buona di tutta Cuba. E chi sono io per smentirlo? E’ squisita e quel che ci circonda fa il resto. Siamo ai piedi della roccia divenuta famosa per i giganteschi murales preistorici dipinti sopra con mille colori.
Fa una strana impressione. Un impatto visivo un po’ pacchiano in mezzo a tutta questa natura, ma il volo di centinaia di rondini, radente le nostre teste, completa la sensazione di benessere.

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La fitta vegetazione fuori dalle grotte

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Enormi potus rampicanti

Ripartiamo alla volta della Cueva del Indio, una bellissima grotta visitabile in parte a piedi e in parte navigando.
Prima di superare l’ingresso, tra palme altissime interamente avvolte in potus rampicante di dimensioni incredibili, ci viene presentata e offerta la bevanda più richiesta tra i cubani. Ebbene sì, non è il mojito nè un rhum liscio, ma è il guarapo, che si ottiene dalla spremitura della canna da zucchero.
Un macchinario in ferro munito di manovella schiaccia per bene la canna facendone fuoriuscire una grandissima quantità di succo che spesso viene mixata a succo di ananas e, guardacaso, rhum.
Il drink è molto buono e, ovviamente, dolce!

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Spazi angusti alla Cueva del Indio

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Le strane forme all’interno della grotta

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La parte di grotta navigabile

Si deve abbassare la testa per entrare nella grotta, scivolosa e umida sia a terra che sulle pareti. Bisogna farsi largo tra numerose stalattiti e stalagmiti  in una penombra molto suggestiva, fino a raggiungere il corso d’acqua.
Alcune piccole imbarcazioni dal fondo piatto ci traghettano per buona parte della buia galleria. Scattare fotografie è quasi impossibile e lungo l’intero tragitto ci si bagna parecchio a causa della condensa proveniente dal soffitto.
D’un tratto la navigazione non può più procedere e si torna indietro ma con una deviazione finale che ci conduce direttamente all’esterno, attraverso una grotta ricoperta di vegetazione. Sembra di approdare nella jungla, con liane e uccelli tutto intorno.

Cueva del Indio, grotte vinales, grotte cuba

Da questo spiraglio usciamo all’esterno della grotta

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La fessura per entrare in barca

Il pranzo, compreso nel prezzo del tour, prevede pietanze tipiche, con riso e fagioli, platano fritto e pollo arrosto. Cogliamo l’occasione per approfondire la conoscenza dei nostri compagni. Due ragazzi sono soli, entrambi in viaggio di lavoro. Uno dalla Costa d’Avorio e uno indiano ma residente in Svizzera. Dall’altro lato del tavolo una coppia di mezza età: lui orientale e lei delle Bahamas. Ecco, una delle cose che più mi piace del viaggiare!

Un po’ indolenziti dal pranzo risaliamo sul pullman per una visita molto originale in una hacienda cubana di coltivazione del tabacco che vi racconto in un altro post.

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La Valle di Vinales dal mirador

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La Valle di Vinales dal mirador

La giornata si conclude al mirador che fortunatamente raggiungiamo poco prima di un’orda di tursti nordamericani che occludono completamente il panorama.
La valle è selviaggia ma allo stesso tempo ordinata con alcuni campi di tabacco ben tenuti. Le palme sono ovunque e le alte e ripide colline spezzano i tratti pianeggianti creando una visuale davvero perfetta.

Il tour ci è costato 80 cuc a persona. Una cifra abbastanza alta se considerate il costo della vita a Cuba, ma quando si parla di “attrazioni turistiche” non si fanno scrupoli purtroppo. La gita organizzata è stata davvero l’unica alternativa a disposizione a meno che non si noleggi l’auto per diversi giorni e si decida di percorrere on the road anche il versante occidentale dell’isola.
Noi invece abbiamo optato per un altro itinerario. Dopo essere rientrati a L’Avana, infatti, abbiamo preso un volo per Santiago de Cuba e da lì, noleggiando l’auto, siamo risaliti tornando nella capitale e percorrendo circa 2000 chilometri.

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4 comments

Daniela 27/01/2019 - 08:22

Ciao, io parto il 5 feb 2019….Vorrei fare lo stesso tour..vi ricordatw il nome dell’agenzie che ve lo ha proposto?

Reply
Greta 27/01/2019 - 20:01

Ciao Daniela. Basta che ti rechi all’Hotel Riviera, ti verranno proposti gli stessi tour dagli stessi tour operator, se ancora operativi! 🙂 Buon viaggio!

Reply
giuseppe 07/11/2017 - 10:23

Ciao! Bello il tuo racconto! Volevo chiederti in punto panoramico mirador dove si trova esattamente. grazie

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Greta 07/11/2017 - 10:56

Ciao Giuseppe! Grazie! Si chiama Mirador de Los Jazmines. 🙂

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